Gran parte dei clienti di Poste Italiane lamentano problemi legati alle applicazioni di BancoPosta e PostePay sul telefonino: cosa succede?
Da un paio di giorno, le App di BancoPosta e PostePay stanno attirando molteplici polemiche, perché impediscono ai clienti di accedere al proprio profilo e conto personale senza accettare le informazioni relative ai dati e alla privacy. Tutte le App sono al centro delle polemiche, ma è una cosa di cui bisogna preoccuparsi o è la normale procedura di Poste Italiane?
Tra ieri e oggi, in tanti hanno provato a entrare sul proprio conto attraverso le App installare sul telefonino, senza riuscirci. La pagina di apertura è bloccata e la schermata indica che, per proseguire, occorre obbligatoriamente fornire il consenso al proprio accesso dati, per proteggersi da eventuali truffe digitali. Il problema, però, è proprio l’obbligo, altrimenti l’App resta bloccata.
App BancoPosta e PostePay bloccate: polemiche contro Poste Italiane in merito all’accesso ai dati
Tanti utenti, in rete, da ieri manifestano il proprio malcontento, dopo aver tentato di accedere alla propria applicazione di Poste Italiane, per controllare il proprio BancoPosta o la propria PostePay. Cliccando sulla App, infatti, Poste Italiani ha fissato un popup, nel quale si legge che “per prevenire eventuali frodi e per assicurare un’esperienza più sicura nell’utilizzo delle applicazioni, Poste Italiane ha introdotto un nuovo presidio di sicurezza”.
Dunque, più sotto, si può effettuare una sola opzione, ossia cliccare sulla finestra “Vai alle impostazioni”, dove autorizzare Poste Italiane ad accedere ai dati. Ed è qui che scattano le numerose polemiche, perché sul display compare il segnale di allarme che fa non poco preoccupare l’utente, il quale potrebbe benissimo pensare di essere incappato in una truffa.
E invece è tutto nella norma, perché se si torna indietro, spaventati, non si può più accedere all’applicazione. Si è costretti, dunque, ad accettare le condizioni, obbligatoriamente, per poter accedere all’App. La questione è finita al centro di un’interrogazione di Altroconsumo, l’associazione dei consumatori, per verificare la correttezza della pratica.
Pratica scorretta per poter accedere alle applicazioni: come si difende Poste italiane
Poste Italiane, per tutelare maggiormente i propri clienti, li costringe a fornire il consenso ai propri dati. Si tratta di una strategia legale? Dando il consenso, l’applicazione sarebbe in grado di accedere ai dati presenti sullo smartphone, e di intercettare eventuali software malevoli installati su tutte le altre App con funzioni di pagamento.
Si tratterebbe, dunque, di una nuova normativa europea, per aumentare il livello di sicurezza di tutti i sistemi di pagamento, al fine di contrastare le frodi online. Tuttavia, questa spiegazione non convincerebbe, come spiega Altronconsumo, in quanto, dando il consenso (e si è costretti a darlo, altrimenti le App sono inutilizzabili), si autorizza l’App stessa a monitorare le attività di altre applicazioni installate.
In tal senso, Poste Italiane possono sapere con quale frequenza si utilizzano le altre applicazioni, con quale gestore telefonico siamo abbonati, e i movimenti che facciamo con altri istituti bancari. Senza contare che una richiesta di consenso non deve mai bloccare la fruizione del servizio.