Differimento di un anno e nuove regole per l’Ape Sociale a partire da quest’anno: quali sono i requisiti e i limiti di incumulabilità
È arrivata la proroga ufficiale dell’Ape Sociale dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024, come prevede la circolare dell’Inps numero 35 del 20 febbraio. Nella comunicazione si specifica che per poter accedere è necessario avere almeno 63 anni e 5 mesi. Vengono indicati anche i limiti di incumulabilità dell’anticipo pensionistico con i redditi da lavoro. Possono richiederla i disoccupati dopo che è terminato il rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, per risoluzione consensuale, oppure per la scadenza del contratto.
Ape sociale, chi può fare richiesta
Chi rientra nelle suddette condizioni deve però avere un’anzianità contributiva di almeno 30 anni e nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, almeno 18 mesi di lavoro dipendente. Per quanto riguarda gli invalidi civili hanno diritto all’acceso chi ha un’anzianità contributiva di almeno 30 anni e invalidità uguale o superiore al 74%
Può fare richiesta all’anticipo pensionistico anche chi presta assistenza al coniuge, a un parente di primo grado convivente, a un parente o un affine di secondo grado convivente con handicap o in situazione di gravità. Al momento della richiesta, però, l’assistenza deve essere in corso da almeno sei mesi.
Hanno diritto l’Ape Sociale anche i lavoratori dipendenti con mansioni gravose con almeno 36 anni di anzianità contributiva e che hanno svolto il compito con tali caratteristiche da almeno sette anni negli ultimi dieci oppure almeno sei anni negli ultimi sette
Come accennato la circolare spiega anche il nuovo regime di incumulabilità dei redditi di lavoro. Infatti non si ha diritto all’Ape se si svolge un lavoro dipendente o autonomo o lavoro autonomo occasionale che fruttano redditi superiori al limite di 5mila euro lordi annui. Ciò però non vale per chi l’Ape l’ha ottenuta prima del 2024: in questo caso si applicano le regole precedenti che secondo le quali si può mantenere l’indennità se si svolge un lavoro dipendente o parasubordinato con reddito massimo di 8mila euro annui e 4.800 euro nel caso di impiego autonomo.
Ovviamente chi è beneficiario della misura deve comunicare all’Inps se eventualmente ha iniziato un nuovo lavoro dipendente o autonomo e dunque il superamento del limite reddituale stabilito entro cinque giorni. Se il termine non viene rispettato, sarà avviata procedura di recupero dell’indebito che dovrà essere corrisposto con gli interessi.