Attenzione alla truffa delle finte email con richieste di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate: ecco come riconoscere i messaggi fraudolenti e cosa fare.
Aumentano le segnalazioni di utenti che ricevono email truffa con richieste di pagamento. In questi giorni sempre più persone stanno facendo i conti con le finte email che sembrano provenire dall’Agenzia delle Entrate e chiedono di effettuare pagamenti e accrediti. Questi avvisi riguardano presunte incongruità nelle dichiarazioni dei redditi e di conseguenza l’esigenza di porre rimedio pagando quanto richiesto. Ma come è possibile riconoscere questi messaggi truffa? Ecco tutte le informazioni in merito.
I messaggi truffa con richieste di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate: come riconoscerli e cosa fare
La dichiarazione dei redditi è un documento contabile attraverso cui i contribuenti comunicano al fisco il proprio reddito mediante i versamenti delle imposte. La dichiarazione si effettua attraverso la compilazione del modello 730. Presentata la dichiarazione dei redditi, il dovere dell’Agenzia delle Entrate è quello di far partire subito i controlli formali. A questo punto, il contribuente potrebbe ricevere degli avvisi di accertamento. Questi avvisi inviati dall’Agenzia delle Entrate segnalano le omissioni nelle dichiarazioni dei redditi. Un avviso di accertamento non è una cartella esattoriale, ma se non si interviene entro trenta giorni dal ricevimento dell’avviso bonario potrebbe diventare proprio un sollecito di pagamento.
Come riconoscere le email fraudolente
Ma come è possibile riconoscere questi veri avvisi inviati dall’Agenzia delle Entrate da quelli invece che sono frutto di una truffa. Ad avvertire gli utenti è la stessa Agenzia delle Entrate, che ha spiegato come queste email truffa provengano da un indirizzo non istituzionale (ad es. gmail.com). Questi messaggi potrebbero avere come oggetto la dicitura “Accertamento Fiscale” oppure “Consultazione”. Gli avvisi portano la firma del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
L’Agenzia delle Entrate, sul sito web, riporta un esempio di email fraudolente il cui messaggio è il seguente: «A vostra attenzione. Su richiesta della signora Francesca Nanni, Procuratore generale di Milano e specialista di Fiscalità , l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza hanno intrapreso negli ultimi 10 anni un’ampia verifica fiscale sui contribuenti in territorio italiano al fine di contrastare efficacemente ogni forma di imposta sulle frodi».
All’email viene allegata un’immagine che contiene una falsa comunicazione di accertamento fiscale tributario con Loghi di Mef e Agenzia Entrate, errori grammaticali, di punteggiatura e omissioni. Nel messaggio viene sollecitato il pagamento per evitare azioni legali, pene detentive e pecuniarie. Le comunicazioni sono infine firmate da un soggetto istituzionale che non appartiene all’amministrazione finanziaria.
Per difendersi da questa truffa bisogna innanzitutto ricordare l’importanza degli antivirus, nonché l’importanza di adottare accorgimenti nell’uso della posta e di internet. Lo stesso testo della email, comunque, permette di comprendere se è o meno fraudolento. Bisogna prima controllare il mittente, poi se sono presenti errori grammaticali nel testo e se le frasi hanno un senso compiuto. Anche solo una di queste mancanze permette di catalogare la mail come una truffa. Se nel testo sono presenti dei link, si consiglia di passare sopra il mouse facendo massima attenzione a non ciccarli, così da poter vedere se si tratta di link accorciati e quindi fraudolenti.
Se l’e-mail contiene allegati, bisogna sempre controllare che questi abbiano una sola estensione (ad esempio .docx e non .docx.exe). In caso di dubbi sulla provenienza della e-mail, è consigliato contattare telefonicamente l’Agenzia delle Entrate e chiedere conferma.