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Agenzia delle Entrate, da ora può controllare anche questo: sentenza storica

La sentenza della Cassazione che cambia le carte in tavola, via libera ai controlli dell’Agenzia delle Entrate. Cosa cambia.

conto corrente
Conto corrente (codiciateco.it)

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha introdotto un principio che certamente avrà un peso importante nella futura giurisprudenza e soprattutto nei rapporti tra Agenzia delle Entrate e contribuenti. Il caso esaminato dai giudici si riferiva ai dei controlli effettuati dalla Guardia di finanza nei riguardi di una Srl operante nel settore delle costruzioni edili.

Dalle verifiche sono emerse diverse irregolarità tra cui ritenute d’acconto non versate, fatture attive non registrate nei libri IVA, liquidazioni IVA fatte dopo la scadenza dei termini, fatture emesse senza dettagli essenziali, registrazione di fatture per spese non pertinenti e così via. Dopo questi controlli l’autorità ha disposto un’indagine per definire il giro d’affari effettivo dell’azienda.

Agenzia delle Entrate, la decisione della Cassazione

uomo controlla con lente di ingrandimento documenti
Controlli del fisco sui movimenti bancari (codiciateco.it)

Le indagini si sono concentrate sul conto corrente della società, del legale rappresentate, del procuratore generale e di alcuni familiari, beneficiari di alcune fatture emesse dall’impresa indagata. Alla richiesta di fornire la documentazione bancaria necessaria per le verifiche, la risposta è stata insufficiente con documenti incompleti e lacunosi.

A questo punto l’Agenzia ha emesso un atto di accertamento e indicato un reddito non dichiarato dalla società. La Commissione tributaria provinciale di Salerno ha confermato le decisioni dell’Agenzia. Anche l’appello presentato dagli indagati è stato respinto. I giudici hanno aggiunto che la documentazione bancaria è fondamentale per gli accertamenti fiscali. Si è arrivati dunque alla Cassazione. Questa ha ribadito che prelievi e versamenti sui conti correnti devono essere correttamente motivati all’Agenzia delle Entrate.

Per la Cassazione occorre produrre una documentazione  a sostegno dei movimenti nei conti correnti, in caso contrario gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate sono ritenuti validi, soprattutto in caso di operazioni sospette da parte del titolare del conto. Quindi il denaro in  movimento sul conto corrente deve essere accompagnato da giustificazioni valide da parte di ogni correntista. In altre parole ogni contribuente deve fornire spiegazioni adeguate per prelievi e versamenti.

In caso contrario, se l’obbligo non è rispettato, l’Agenzia è autorizzata a una serie di verifiche sulla base del Testo unico sull’accertamento delle imposte sul reddito (TUIR, articolo 32). Bisogna quindi fare attenzione. Con la sentenza della Cassazione si conferma il principio che ogni movimento bancario deve essere giustificato, altrimenti partono i controlli per eventuale evasione fiscale.

Da ricordare che l’Agenzia può usare nei suoi controlli sui conti correnti il cosiddetto anonimometro, strumento sviluppato per incrociare i dati dell’Anagrafe dei conti correnti con quelli del Fisco, rispettando la privacy dei contribuenti. L’obiettivo è la prevenzione dell’evasione fiscale piuttosto che la sua repressione, limitando i controlli a soggetti pericolosi dal punto di vista tributario.

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