Controlli mirati e automatizzati, ecco chi rischia di ritrovarsi a breve con un’indagine del Fisco nonostante la riforma attuale.
Gli ultimi dati forniti dall’Agenzia delle Entrate e riferiti al 2023 parlano molto chiaro, gli italiani non hanno un bel rapporto con il Fisco, tant’è che la percentuale di evasione fiscale aumenta con un trend preoccupante. Anche per questo l’AdE che ha anche il compito di occuparsi della riscossione forzata nel caso in cui serva, mette in atto una serie di pratiche diverse e diversificate di controlli che durante lo scorso anno hanno portato al recupero di oltre 24 miliardi di euro con un +22% di riscossione ottenuta rispetto all’anno precedente.
Numeri importanti, insomma, che però rendono anche chiara l’idea del perché siano necessari i controlli avviati dall’Agenzia. Controlli che si fanno più serrati da quest’anno, nonostante l’attuazione della riforma fiscale voluta dal Governo Meloni per cui si parla di un Fisco amico; una normativa volta cioè a facilitare il rapporto tra il Fisco e i contribuenti, provando ad educare all’idea necessaria del pagamento delle tasse. Ma se da una parte si va incontro ai cittadini facilitando i pagamenti delle tasse, dilazionando in tempi ancora più lunghi i piani di rateizzazione fino ad ora più stringenti, dall’altro però si rende anche chiaro che le casse dello Stato devono essere rimpolpate di quanto dovuto e che per questo ci saranno maggiori controlli. Questi si faranno più intensi nelle prossime settimane al ritorno dalla pausa estiva.
Quando l’Agenzia delle Entrate fa i controlli
Un controllo fiscale fa sempre paura a tutti, anche a quei cittadini che più ligi al pagamento delle tasse. Questo probabilmente perché si ha spesso l’impressione di aver sbagliato qualcosa o di essere accusati di qualcosa di cui poi non si hanno prove per dimostrare il contrario; perché uno dei punti cardine dei controlli fiscali è che l’onere delle prova è sempre a carico del contribuente. Cioè è questo che deve dimostrare all’Agenzia di non essere non torto e di aver pagato quanto gli spettava.
Quello che c’è da sapere sul lavoro di controllo dell’AdE è che questo avviene attraverso il Piano Integrato di Attività ed Organizzazione ora orientato al biennio 2024-26. Per questo periodo i controlli programmati sono 320mila l’anno e riguarderanno non tutte le categoria di contribuenti, ma quelli che sono considerati a rischio di evasione -il riferimento è alle tabelle ISA cioè voti di affidabilità in cui la sufficienza è rappresentata dall’8- e vi rientrano soprattutto autonomi che comprendono una serie di categorie quali ristoranti, impianti sportivi, noleggi auto, attività finanziare e assicurative e così via. Ci sono loro quindi soprattutto nel mirino del Fisco.
Loro ma non solo, perché da quest’anno i controllo scatteranno in determinati casi specifici anche a seguito della presentazione della dichiarazione dei redditi. Il modello 730 da quest’anno di è fatto precompilato dall’Agenzia delle Entrate e al contribuente è dato il solo compito di accettarlo; qualora però questo sia inviato da un intermediari (CAF, patronato) o presenti modifiche sostanziali con un rimborso IRPEF superiore ai 4mila euro, allora scatterà l’allarme controlli.
I controlli automatici dell’AdE
Quelli fino ad ora descritti sono i controlli mirati, ma l’Agenzia delle Entrate attua una serie di controlli anche automatici e avviati da software che prendono in esame tutti le dichiarazioni dei redditi inviate, così da evitare ogni tipo di errore -sia esso commesso dal contribuente, sia esso effettuato in fase di stesura dall’AdE stessa.