Non è consentivo ed è punibile per legge, ma continua il fenomeno dell’affitto a nero di una casa soprattutto per studenti universitari: ecco cosa rischiano tutte le parti in gioco
Una volta era buona abitudine affittare le case intere, oggi basta anche solo una semplice e minima stanza. Una pratica diffusa soprattutto con la vita universitaria e i costi sempre maggiori specialmente in determinate città. Così molti giovani, con non troppi soldi a disposizione per poter pagare un intero affitto o comunque pur potendo con spazio in abbondanza, hanno optato per soluzioni man mano che riguardassero non più solo l’affitto di un appartamento nella sua interezza ma appena una stanza.
E di conseguenza da questo fenomeno ne è nato un altro: quello degli affitti a nero, pratica utilizzata specialmente nei grandi centri urbani e, appunto, nelle aree universitarie. Il vantaggio può essere entrambe le parti ma è soprattutto per i locatori: questi infatti intascheranno mensilmente cifre non dichiarate, non inquadrate, per una vera e propria evasione fiscale e alimentando il mercato sommerso ai danni dello Stato. Gli inquilini invece hanno talvolta il vantaggio di pagare di meno rispetto a quanto normalmente avrebbero dovuto fare con un regolare contratto, ma rischiando non poco tra mancati diritti che ne conseguono e conseguenze di vario tipo.
In caso di controllo fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, infatti, non risponderebbe solo il titolare dell’immobile ma anche chi ha ha affittato. Risponde quindi sia l’uni che l’altro con una responsabilità solidale, ovvero indirizzata a entrambi che dovrebbero dividere le spese della sanzione che giungerebbe in cado di riscontro di contratto non regolarmente depositato all’ente fiscale. Questa dipenderebbe anche dalla durata del periodo di affitto illegale. In tutto questo l’evasione risulterebbe anche doppia, relativa non solo all’omissione del versamento dell’imposta di registro sulla registrazione ma anche per la mancata tassazione dei canoni di affitto. Quindi parleremo non di poche cifre.
Tuttavia anche lo stesso locatore potrebbe avere doppi rischi, sia con l’Agenzia delle Entrate che con gli affittuari stessi. Questi, infatti, potrebbero decidere di non versargli il pagamento e in assenza di contratto lui potrebbe fare ben poco almeno per risolvere nell’immediato la questione: può sicuramente denunciare per occupazione, ma la prassi sarebbe molto più lenta in assenza di un contratto regolare. Così come ci sarebbero enormi difficoltà per recuperare gli affitti non corrisposti e a prescindere dai pagamenti non potrebbe far leva sulle leggi per lo sfratto nel caso in cui vorrebbe liberarsi di alcuni inquilini.
Una situazione dunque estremamente tortuosa per tutti: per chi offre la casa ma potrebbe ritrovarsi ‘ostaggio‘ dei suoi stessi clienti ma anche per chi vi entra e potrebbe ricevere abusi di potere in quanto nulla regolamentato da un vero contratto e facendo magari anche leva su una mancata alternativa per gli inquilini. Al centro l’agenzia di controllo che, una volta individuate eventuali responsabilità e omissioni, farebbe partire una batosta per tutte le parti in gioco che difficilmente dimenticherebbero da allora in poi.
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