La Manovra 2024 prevede novità importanti per gli affitti brevi per le vacanze e non solo: si tratta adempimenti sostanziali da conoscere per non incappare in pesanti sanzioni.
Quando si parla di affitti brevi, si fa riferimento a locazioni di durata non superiore ai 30 giorni. Si tratta di contratti stipulati per immobili a uso abitativo (dalla tipologia A1 alla A11) da persone fisiche, fuori dall’attività d’impresa. A regolare questa tipologia di locazione è il Decreto di legge n. 50/2017.
Per questa tipologia di contratti, la cedolare secca prevede un’aliquota pari al 21%. Proprio in merito a questo aspetto sono previste novità importanti per il 2024. Ma non solo: sono stati introdotti obblighi importanti da tenere in considerazione.
La Manovra 2024 prevede novità importanti per gli affitti brevi. In particolare la cedolare secca agevolata resta al 21% solo per il primo immobile locato a gennaio 2024.
Nel caso in cui il proprietario abbia altri affitti brevi, per questi immobili la cedolare secca passa dal 21 al 26%. Quando invece si continua ad affittare la stessa abitazione nell’arco dell’anno, allora si applica la vecchia aliquota. Per quanto riguarda gli affitti brevi è previsto un altro limite: oltre le 4 unità immobiliari affittate scatta l’attività imprenditoriale, obbligando il locatore ad aprire la partiva Iva, soggetto in questo caso alla tassazione ordinaria.
Oltre alle cedolare al 26% per più locazioni brevi, la Manovra 2024 ha previsto altre novità in fatto di affitti per le case vacanze. In particolare, è stato introdotto il Codice Identificativo Nazionale (CIN): si tratta di un nuovo adempimento per i proprietari. Per ottenerlo è necessario attuare una procedura ad hoc, che si basa sull’invio di una domanda con la quale si attesta come la struttura turistica abbia tutti i requisiti richiesti. Una volta ottenuto il CIN sarà necessario esibirlo nella struttura. In caso di assenza di questo riconoscimento si incappa di sanzioni che vanno dagli 800 ai 8000 euro. Per la mancata esposizione le multe vanno dai 500 ai 5000 euro.
Inoltre, è previsto l’obbligo di Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da effettuare presso lo sportello SUAP del comune dove è collocato l’immobile. Anche questa mancanza espone a multe salate dai 2000 ai 10000 euro.
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