C’è un modo legale e molto vantaggioso per pagare solamente il 10% di tasse sugli affitti immobiliari, e non tutti lo sanno.
Chi affitta un appartamento sa bene che dove poi pagare le tasse su ciò che guadagna. Però esistono delle soluzioni, del tutto legali, che possono andare a vantaggio sia del locatario che del locatore. Uno di questi è il contratto di affitto a canone concordato.
Anche se già dalla definizione possiamo intuire di cosa si tratti, in realtà col contratto con il canone concordato deve essere redatto in un determinato modo ed esistono regole specifiche. Ciò che è conveniente, però si evince anche dalla tassazione applicata, che è molto più bassa, ma anche da altri vantaggi fruibili da tutte le parti interessate.
Il canone concordato è una formula che si può applicare ai contratti di locazione laddove l’inquilino sia una persona fisica e non un’impresa. Il canone concordato è un’opzione anche per i contratti agli studenti e per gli affitti transitori. Si tratta di un’alternativa al classico contratto di affitto che siamo abituati a conoscere.
In pratica il contratto prevede un prezzo più basso di canone mensile rispetto al mercato di riferimento, ma il vantaggio per il proprietario dell’immobile consiste poi in una tassazione agevolata e anche per quanto riguarda l’IMU. Non dimentichiamo poi che l’inquilino, avendo da pagare una cifra più bassa, molto probabilmente sarà anche più puntuale e si riducono i rischi di morosità.
Ovviamente il canone concordato si può applicare seguendo criteri precisi. Innanzitutto la cifra mensile non viene stabilita dal proprietario ma questi dovrà guardare a delle tabelle disponibili e varie a seconda del Comune interessato dall’immobile in oggetto.
Il contratto dovrà avere una durata di 3 anni+2. Trascorso questo tempo, proprietario e inquilino potranno proseguire con la formula o passare ad un contratto classico, ma solo se l’importo del canone non viene aumentato oltre il 75% di quello concordato precedentemente.
Il proprietario dell’immobile deve adempiere alla registrazione del contratto all’Agenzia delle Entrate e poi è possibile che debba mostrare al Comune anche uno specifico certificato che attesta il canone concordato.
Una volta espletate le procedure burocratiche, però, il proprietario pagherà una cedolare secca del 10%, inoltre la base imponibile per il calcolo dell’IRPEF è ridotta del 30% se sono in essere le condizioni di cui all’articolo 8 della Legge n. 431/98.
Altri vantaggi sono inerenti al calcolo dell’IMU, perché esiste un’agevolazione a livello nazionale, che riguarda la riduzione della base imponibile al 25%, e poi a seconda del Comune possono essere attivabili ulteriori agevolazioni.
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