ADI è pronta per alzare le soglie reddituali, questo si traduce nell’estensione dei destinatari ritenuti idonei. Valutiamo insieme in cosa consiste la proposta.
Una novità sicuramente molto interessante sta per arrivare con forte prepotenza e tuonando nelle case degli italiani. Soprattutto considerando che tale notizia ha come oggetto l’assegno di inclusione ovvero il sussidio riconosciuto ad una fetta considerevole dei cittadini italiani. L’assegno di inclusione ha sostituito il reddito di cittadinanza sebbene il governo prima della sua introduzione abbia voluto precisare in maniera pedissequa i requisiti affinché le famiglie possano considerarsi idonee.
La manovra fu eseguita allo scopo di evitare lo spreco di denaro pubblico e di concentrare le somme solo a quelle persone che ne hanno effettivo e concreto bisogno. E’ proprio su quest’ultimo aspetto che in questi giorni probabilmente cambierà un qualcosa; si parla infatti di una modifica che permetterebbe a più italiani di poterne fare richiesta e quindi ricevere la somma a tale titolo a cadenza mensile.
In questi giorni è arrivata un’interessante proposta circa l’ADI direttamente dal Comitato Scientifico Quest’ultimo infatti ha considerato l’allarme sulla povertà ed ha effettuato delle valutazioni sugli esiti sia sul Reddito di Cittadinanza che sulle Pensioni di cittadinanza. In tale contesto ha colto l’occasione per sostenere come la questione povertà sia allarmante.
E’ per questo motivo che ha proposto un innalzamento delle soglie ISEE per consentire a più famiglie di farne domandina e percepire l’assegno di inclusione. L’ente nello specifico ha criticato le vie di accesso al sussidio ritenendole troppo basse e quindi proibitive. Ne rimarrebbero fuori una larga fetta di italiani parimenti bisognosi. Un controsenso visto che si tratta di un sussidio destinato ai nuclei che vertono in uno stato di necessità.
Le proposte sono quindi le seguenti: in primis un innalzamento delle soglie di reddito annuale che al momento sono fissate a €6000. La seconda proposta consiste in un potenziamento del sussidio con programmi e servizi che valutino attentamente le caratteristiche dei nuclei familiari ed il territorio in cui si trovano.
L’altra proposta consiste nel prevedere l’attività di coinvolgimento di attori primari e il terzo settore per migliorare la partecipazione ad iniziative che potrebbero comunque favorire i programmi di inserimento sociale. Potenziamento che deve riguardare anche le Agenzie per il Lavoro. Infine l’ultima proposta consiste nel rafforzamento delle piattaforme governative che, alla luce di quanto è emerso finora, sarebbero veramente molto deboli.
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