.ADI (Assegno di Inclusione) come rinnovare la domanda, la scadenza prevista per la prestazione che prende il posto del Reddito di Cittadinanza.
È ormai operativa da diverse settimane la prestazione che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza (RdC). Questa si affianca al Supporto alla formazione e lavoro (SFL) che ha preso il via dal mese di settembre dello scorso anno. tuttavia le polemiche intorno alle misure non si placano, soprattutto intorno all’ADI c’è un’accesa discussione.
Infatti la nuova prestazione, introdotta con paletti più stringenti rispetto al Reddito di Cittadinanza, ha di fatto ridotto di diverse centinaia di migliaia le famiglie beneficiarie, anche se in condizioni di difficoltà economica. Da qui le voci di un possibile ritocco dei requisiti, giudicati troppo limitanti, per consentire l’accesso almeno a parte dei nuclei familiari esclusi. Ma l’aggiornamento dei termini deve trovare conferma.
Dunque si può dire che ADI e Reddito di Cittadinanza non siano perfettamente identiche, anche se punti di contatto tra i le due misure non mancano. Uno degli elementi che non il governo non cambiato con l’abrogazione del RdC è la durata dell’erogazione. I termini e la durata sono rimasti identici, almeno parzialmente.
La durata dell’erogazione dell’Assegno di Inclusione è prevista per 18 mesi, con la possibilità di un rinnovo per altri 12 mesi, seguenti un mese di stop del beneficio. Termini e durata sono gli stessi, ma non è chiaro se sarà possibile prorogare l’erogazione ulteriormente come è successo per il RdC. L’ADI è cumulabile con reddito da lavoro fino al tetto di 3mila euro all’anno, da comunicare all’INPS.
La prestazione presenta poi delle particolarità per quanto riguarda la formazione del nucleo familiare beneficiario. Infatti devono essere presenti soggetti fragili, cioè anziani con un’età anagrafica pari o superiore a 60 anni, disabili gravi e minorenni o persone in condizioni di svantaggio inserite in servizi di assistenza e di cura dei servizi sociali e sanitari pubblici con certificazione.
Il valore ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) non deve essere superiore a 9.360 euro annui. Ma il reddito familiare non deve superare i 6mila euro all’anno, moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza che considerano solo soggetti fragili o maggiorenni impegnati con carichi di cura in famiglia. Anche in questo senso vi sono differenze con il RdC, che rendono il beneficio meno esteso in diversi casi.
I beneficiari devono sottoscrivere nel SIISL (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) il cosiddetto Patto per l’attivazione digitale (PAD). Questo comporta la sottoscrizione della Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID). Solo seguendo le politiche attive del lavoro proposte i richiedenti possono accedere all’Assegno di Inclusione, erogato sull’apposita carta
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