L’Assegno di Inclusione non solo come aiuto economico per le famiglie bisognose ma soprattutto un aiuto a trovare un lavoro ai disoccupati.
L’Assegno di Inclusione nasce dalle ceneri del Reddito di cittadinanza per continuare a dare sostegno economico alle (vere) famiglie bisognose ma il nuovo intento, fallito con il RDC, è quello soprattutto di trovare un lavoro ai disoccupati presenti all’interno dei nuclei familiari. Quindi soldi per il fabbisogno quotidiano ma anche un aiuto a trovare l’indipendenza economica attraverso un’occupazione. E proprio per questo il Ministero sta sollecitando i possessori dell’Adi a sottoscrivere il Pad, pena la sospensione dell’Adi, almeno per 90 giorni.
Il Ministero del Lavoro con la circolare prot. 7232 del 21 maggio 2024, ha ricordato quali sono gli obblighi per i possessori dell’Assegno di Inclusione e ha messo in guardia tutti perché non sarà accettata negligenza e chi non farà quello che deve fare correrà il rischio di perdere il sostegno, per 90 giorni ma anche per sempre. Coloro che hanno fatto ricorso all’Adi dovranno sottoscrivere al più presto il Piano di Attivazione Digitale e dovranno presentarsi entro 60 giorni al Centro per l’Impiego. E chi non lo farà rischierà grosso.
Adi, quando arrivano le chiamate di lavoro e cosa rischia chi non si presenta
Con il tanto discusso Reddito di cittadinanza vigeva l’obbligo di presentarsi ai centri per l’impiego che avrebbe aiutato i beneficiari del sostegno a trovare un lavoro. Ma i dati dicono che la stragrande maggioranza degli aventi diritto non si è mai presentata, e non solo per colpa loro, la colpa va suddivisa con i centri per l’impiego stesso che in moltissimi casi non ha mai chiamato nessuno. Eppure il sussidio continuava ad essere percepito regolarmente, fino alla sua eliminazione da parte del governo Meloni.
Ora questi errori non saranno più perdonati e chi non si presenterà ai servizi sociali e ai centri per l’impiego potrà vedere sospeso l’Assegno di Inclusione fino a 90 giorni, e poi addirittura revocato se la negligenza continua a sussistere. Tempi e misure stringenti perché l’Adi possa essere davvero ciò per cui è stato pensato dalla sua creazione, quindi la possibilità di aiutare le famiglie soprattutto a trovare un’occupazione a chi è ancora abile al lavoro.
Dopo avere sottoscritto il patto di attivazione digitale, i beneficiari Adi devono aderire attivamente ad un percorso di inclusione sociale. Per alcuni è previsto l’avvio dell’attività lavorativa. E il Ministero non fa sconti. I nominativi dei soggetti abili al lavoro vengono trasmessi dal Siisl ai rispettivi centri per l’impiego che si adoperano per scrivere sugli smartphone le scadenze per l’attivazione del Pad. Obbligo che deve essere assolto entro e non oltre 60 giorni. Se il beneficiario non si presenta ai centri per l’impiego come abbiamo detto l’assegno di inclusione viene sospeso.
Una volta passati i 60 giorni i centri per l’impiego provvedono a riconvocare il beneficiario. Se questi continua a non presentarsi senza che sia stata presentata una motivazione valida, scatta la decadenza del sussidio.