Assegno di inclusione, fino a 400 euro extra da maggio a dicembre per i beneficiari come previsto dalla legge: ecco di cosa si tratta e come funziona
L’assegno di inclusione ha fatto il suo debutto in Italia lo scorso 1 gennaio 2024, dando staffetta immediata al Reddito di Cittadinanza invece accantonato ufficialmente il 31 dicembre 2023, ed è oggi il nuovo assoluto punto di riferimento per le famiglie che versano purtroppo in condizioni economiche estremamente difficili. Tale misura di sostegno garantisce, lì dove vi siano bambini, disabili o anziani in famiglia, una assegno mensile di almeno 480€ a salire in base a quanto previsto dalla scala di equivalenza col numero di membri in famiglia.
Le date di riferimento sono due una volta ottenuto il via libera dell’INPS dopo regolare domanda con tanto di documentazione: metà mese per i nuovi beneficiari che attendono la prima ricarica, in genere il giorno 16 se non è festivo, oppure a fine mese per coloro che hanno già goduto di un primo contributo e attendono la seconda o più ricarica. Questo beneficio dura per ben 18 mesi, periodo dopo il quale sarà possibile prolungare ancora per 12 mesi – lì dove ovviamente vi siano in piedi ancora tutti i requisiti – con un mese di stop nel frattempo. Proprio come accadeva con RdC.
ADI, soldi extra ogni mese: come puoi fare
L’obiettivo teorico di tale misura, però, attraverso i centri di impiego, è inserire gradualmente i beneficiari ADI nel mondo del lavoro così da non dipendere più da tale contributo statale ma ottenere presto una propria indipendenza e dignità. Se si passerà poi dalla fase teorica a quella concreta a differenza dell’RdC, si vedrà. Nel frattempo chi ottiene il beneficio dell’ADI non è impossibilitato dal trovare lavoro, anzi: si possono associare entrambe le cose. Assegno statale più un reddito da lavoro, seppur a determinate condizioni come è immaginabile.
E’ così possibile, per chi dovesse avere o trovare questa possibilità, ritrovarsi fino a 250€ in più al mese oltre alla ricarica dell’assegno di inclusione. Ma anche di più poiché tale calcolo è diviso su base annuale quando ormai maggio è già alle porte e siamo a ridosso del primo semestre. Il limite previsto da rispettare per poter lavorare anche saltuariamente ma senza compromettere l’entrata statale invece fissa è di 3.000 euro lordi annui, quindi parliamo in realtà di circa 400€ addizionali che si potrebbero aggiungere.
Previa comunicazione all’INPS, e la si può fare anche tramite l’aiuto di un caf o patronato, si può serenamente lavorare per integrare il proprio reddito purché si faccia attenzione a non superare il tetto massimo. Maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre: tutti mesi in cui ci si può tenere impegnati a chiamata mettendo qualche soldo in più in tasca. Percependo l’ADI si può fare il cameriere per esempio, un ruolo che storicamente – per chi non lo esercita come principale lavoro con busta paga – va spesso a chiamata.