Novità importante annunciata a proposito dell’assegno di inclusione: ecco in cosa consiste. Fondamentale è la data di presentazione domanda. Occhio al rischio di perdere l’aiuto
Gennaio, febbraio, marzo e ora anche aprile: il nuovo assegno di inclusione sta per elargire una nuova ricarica anche a questo giro tra metà e fine mese, in base al momento della presentazione e approvazione della domanda. Si tratta di una misura subentrata al reddito di cittadinanza ad apertura di anno e che sta trovando, adesso, la sua dimensione in Italia tra dinamiche, cavilli e normative ancora non del tutto assorbite dai cittadini che ora stanno iniziando a comprendere paletti e disposizioni varie.
Fermo restando che, in quanto novità anche per lo stesso ente, molte situazioni sono ancora in evoluzione sullo stesso piano organizzativo proprio dell’INPS. E l’ultimissima novità introdotta lo conferma, perché c’è stata una modifica in corso che ricade direttamente sui beneficiari e che traccia già una prima data di scadenza importante da tenere in considerazione: maggio 2024, oltre la quale molti titolari della carta ADI – pur involontariamente – rischiano di ritrovarsi senza beneficio senza un passaggio formale necessario.
ADI, in cosa consiste la modifica attuata
Come spiegato in una circolare del Ministero del lavoro, è stata puntualizzata e chiarita la famosa tempistica dei 120 giorni entro la quale bisogna presentarsi agli uffici dei servizi sociali del Comune. Un atto dovuto dopo la sottoscrizione del patto di attivazione digitale e senza il quale si rischia appunto il decadimento della misura di sostegno. La particolarità è che ora bisognerà presentarsi in sede anche se non dovesse giungere una convocazione formale.
Tuttavia al contempo è stato concesso più tempo ai diretti interessati: i tre mesi di riferimento non si calcoleranno più in base alla sottoscrizione del Pad, piuttosto dal flusso di domanda di trasmissione sulla piattaforma Gepi. Ma questo vale solo per chi ha fatto domanda entro il 29 febbraio, così da regolarizzare la posizione di tutti coloro che sono entrati nel “primo gruppo dell’anno” per il quale c’era un po’ di confusione in quanto la data, essendo riferita al Pad, cambiava per tutti. Ora invece le istituzioni hanno deciso di uniformare e riorganizzare il discorso.
Assegno di inclusione, domanda prima o dopo il 29 febbraio?
Tradotto cosa significa? Che chi ha presentato domanda prima o entro il 29 febbraio scorso dovrà regolarizzarsi al massimo entro il prossimo 24 maggio per non rischiare una bruttissima sorpresa per poi rimediare a fatica riavviando la pratica. Chi invece è partito dal 1 marzo, normalmente, farà riferimento ai 120 giorni della sottoscrizione del Pad. Ma senza prendersela troppo con comodo, considerando che il mese di giugno è già praticamente alle porte. Meglio anticiparsi per non rischiare di arrivare troppo a ridosso della data e, per un motivo o per un altro, rischiare di perdere questo ammortizzatore sociale fondamentale in attesa di una vera sistemazione con un lavoro. Specialmente considerando che all’interno del nucleo, di sicuro, vi sono minori, disabili o anziani.