Cosa accade dopo sessanta giorni se la domanda per l’assegno di Inclusione o ADI non risulta accolta: ecco tutte le informazioni.
L’Assegno di inclusione (o ADI) è un sussidio economico riconosciuto ed erogato ai nuclei famigliari in condizioni di svantaggio che presentano la domanda. Se l’istanza supera i controlli con esito positivo, allora la richiesta risulta accolta. Se i requisiti non risultano rispettati, le domande vengono bloccate. Entro sessanta giorni dalla sospensione le domande saranno definite. Ma cosa accade se trascorrono i sessanta giorni e le domande sono ancora bloccate?
Domanda per l’Assegno di Inclusione non accolta: cosa accade dopo sessanta giorni
I richiedenti dell’ADI nella domanda dovranno specificare l’amministrazione che ha rilasciato i documenti che attestano le condizioni di svantaggio, il numero identificativo, la data del rilascio. Nella dichiarazione dovrà essere presentata all’INPS un’autocertificazione delle condizioni di svantaggio (articolo 4, comma 4, del d.m. 154/2023).
L’Isituto Nazionale per la Precedenza Sociale procederà a controllare la dichiarazione contenuta nella domanda di Assegno di Inclusione. I controlli si basano sui dati presenti negli archivi dell’Istituto. Le domande con una incongruenza tra dichiarazione del nucleo famigliare e stato di famiglia e le domande per le quali è stata dichiarata una situazione di svantaggio verranno sospese e bloccate per essere sottoposte a ulteriori verifiche. In caso di domanda di Assegno di Inclusione sospesa, alcuni dati dovranno essere controllati dall’INPS e dai Comuni.
Nel messaggio del 14 febbraio 2024 pubblicato sul sito web dell’INPS viene spiegato cosa fare nel caso di domanda ADI non accolta. La necessità di ulteriori verifiche sarà comunicata ai richiedenti entro il mese in cui la domanda è stata presentata. Se entro i sessanta giorni le condizioni di svantaggio non saranno certificate dall’amministrazione preposta alla verifica, l’INPS sarà tenuto a considerare comunque la domanda e a procedere al pagamento. Per il principio del silenzio assenso, l’INPS sarà tenuto a certificare quanto dichiarato dal richiedente e accogliere la domanda per l’ADI.
Se invece il richiedente riceve le indicazioni necessarie, dovrà presentare i documenti giustificativi entro i sessanta giorni. Nel caso di documenti idonei a giustificare tali incongruenze, oppure nel caso di rettifica dell’attestazione ISEE, la domanda viene sbloccata positivamente ai fini della prosecuzione dell’istruttoria. Invece se è il richiedente a non aver presentato alcun documento giustificativo, né ad aver rettificato l’attestazione ISEE la domanda verrà respinta.