ADI, quali sono questi cambiamenti in arrivo? Scopriamo insieme tutte le novità introdotte dalla legge per le categorie svantaggiate.
L’assegno di conclusione è il sussidio maggiormente diffuso e che sta aiutando veramente numerose famiglie italiane. Dato il peso sociale che questo assume, va da sé che venga spesso sollecitato ed aggiornato allo scopo di favorire un’utenza sempre più ampia. Per questo motivo sono state emanate delle nuove linee guida che entreranno immediatamente in vigore e che serviranno per definire ancora meglio i destinatari del sussidio.
Un modo per accertarsi che chiunque ne abbia bisogno non venga lasciato fuori. Tale decreto è stato approvato il 24 giugno del 2024, il Ministero del lavoro e le politiche sociali ha definito queste nuove linee guida per l’ADI. In particolare, il Ministero si è focalizzato sulla regolazione del beneficio nei confronti delle persone che rientrano nelle categorie di svantaggio.
ADI, cambiamenti in arrivo
Le linee guida per l’ADI hanno la funzione duplice; da una parte sono indirizzate tali modifiche ai potenziali beneficiari dell’ADI. Ma dall’altra parte anche ai centri, il cui compito sarà quello di pianificare dei percorsi personalizzati per il destinatario del sussidio. I soggetti svantaggiati sono le persone affette da disturbi mentali e che hanno assistenza presso i servizi socio-sanitari. Persone che presentano una disabilità fisica, psichica o sensoriale almeno pari al 46% e quindi richiedono cure specifiche, anche domiciliari ed i soggetti affetti da dipendenze patologiche che sono inserite in programmi di riabilitazione.
Sono altresì considerati soggetti svantaggiati le vittime di tratta di esseri umani, i soggetti che hanno subito violenza di genere ed ex detenuti nell’arco temporale dell’anno successivo al termine della pena. Tutte persone comunque che ricevono assistenza presso i servizi sociali e socio-sanitari. Da considerare altresì le persone che vertono in uno stato di povertà e privi di dimora. E soggetti appena divenuti maggiorenni fino al compimento del ventunesimo anno di età che vivono in comunità residenziali o in affido fuori dal nucleo familiare di origine.
Cosa devono fare i centri
I centri sociali devono provvedere alla presa in carico dei soggetti svantaggiati e per fare questo devono sottoporli a determinati test, osservazioni e diagnosi. Il tutto alla funzione di provare il percorso più adatto al caso specifico. Il punto principale quindi di queste nuove linee guida consiste proprio in questo: nella predisposizione di progetti individuali di assistenza, sia a carattere domiciliare che semi-residenziale. Poi si traducono in azioni concrete di inserimento sociale e lavorativo.