In caso di rinnovo di contratto per l’affitto bisogna recarsi nuovamente a registrarlo? Ecco come stanno realmente le cose per legge.
Tenendo conto che il mercato immobiliare sta crescendo, come cifre che girano, in maniera sempre più esponenziale ed apparentemente ingestibile, la soluzione dell’acquisto di una nuova casa sta diventando sempre più impraticabile. Quasi come se fosse un privilegio per pochi. In tal senso, infatti, sono da considerare vari fattori. Se da un lato è vero come è vero che questo immobilismo sta frenando tantissimo la compravendita di immobili e sta facendo, inevitabilmente, abbassare i prezzi, dall’altro stanno lievitando sempre di più i tassi di interesse. Ed in tal senso l’instabilità internazionale gioca un fattore a dir poco centrale in questo discorso.
Siamo nella fase storica per acquistare casa si trovano nella condizione ideale solo ed esclusivamente coloro i quali possono permettersi un acquisto in pronti contanti, per così dire. In tal senso, sta diventando sempre più battuta come strada quella rappresentata dall’affitto. Chiaramente, però, a prescindere dai casi, i contratti per l’affitto hanno una durata che viene stabilita al momento della firma. Nel momento in cui si arriva alla sua scadenza, si può rinnovare o interrompere qui il rapporto. Nel caso in cui si dovesse rinnovare tale contratto, allora andrà registrato nuovamente, con tutte le spese del caso? Andiamo a vedere di che si tratta.
Rinnovo del contratto d’affitto: va registrato lo stesso?
Come tutti sanno, la durata di un accordo di affitto è fissata dalla legge. Essa è pari a 3+2 anni nei contratti a canone concordato ed 4+4 anni in quelli in cui invece c’è un regime di canone libero. Il contratto, salvo differente comunicazione da comunicare attraverso degli strumenti certificati, alla scadenza si rinnova in maniera automatica. La comunicazione della disdetta, da una parte o dall’altra, deve essere infatti inviata tramite PEC oppure tramite raccomandata.
Se ciò non avviene, il rinnovo, come detto, è automatico, e questo implica che non va fatta alcuna nuova registrazione. Di conseguenza, come è facilmente intuibile, non va nemmeno versata nessuna nuova imposta di registro. Fermo restando che ci sono comunque alcune passività , tasse a parte, da considerare. Chiaramente, come è normale che sia, il discorso cambia a proposito di case popolari. Andiamo a vedere ora quali sono le spese da mettere in conto.
Casa in affitto: le spese da considerare
L’imposta di registro si può pagare in due modalità differenti. Da una parte quella anno per anno, oppure pagare l’intera cifra in una unica soluzione, coprendo però ovviamente tutti gli anni previsti dal contratto, con uno sconto di cui si può usufruire se si sceglie questa soluzione. Chiaramente se avviene una revisione del canone di affitto, essa va comunicata all’Agenzia delle Entrate, come è normale che sia. In conclusione, ricordiamo a tutti che esiste il bonus affitti da tenere assolutamente in considerazione.