Cos’è esattamente l’8 per mille e a chi è rivolto? Se non si effettua alcuna scelta in fase di dichiarazione, dove finisce il denaro? Facciamo chiarezza.
Almeno una volta, tutti hanno sentito parlare dell’otto per mille. Si tratta anche di una voce riportata nel CU o nella dichiarazione dei redditi. Ma esattamente, in cosa consiste? Stiamo parlando di una quota dell’Irpef che il contribuente sceglie a chi destinare. Questo significa che lo Stato non incassa il 100% delle tasse, poiché una frazione di esse viene devoluta a terzi in base alla preferenza del cittadino.
Facendo un passo indietro nella storia è possibile comprendere meglio l’origine dell’otto per mille. Istituito nel 1985 quando sono stati rivisitati i Patti Lateranensi, si è stabilito che le destinazioni possibili di questa parte dell’Irpef potessero essere Stato o confessioni religiose. In questo modo, lo Stato concordò un sostegno economico con la Chiesa (e con le altre confessioni religiose in accordi con lo Stato Italiano, ad eccezione dei mormoni). In fase di dichiarazione dei redditi, il contribuente deve scegliere a chi devolvere l’8 per 1000. Ma cosa succede se non si compie questa scelta?
Il contribuente si trova a poter scegliere a chi devolvere l’otto per mille tra gli appartenenti alla seguente lista: lo Stato, la Chiesa cattolica, la Chiesa valdese, l’Unione delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia, la Chiesa evangelica luterana in Italia, la Chiesa apostolica in Italia, la Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia ed esarcato per l’Europa meridionale, l’Unione buddhista italiana, la Chiesa apostolica in Italia, l’Unione induista italiana, l’Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai e l’Associazione Chiesa d’Inghilterra.
L’utilizzo dei fondi ricevuti da parte degli enti sopra riportati varia da destinatario a destinatario. In quanto allo Stato, il denaro ricevuto viene utilizzato per interventi a carattere umanitario, conservazione di beni culturali, manutenzione e conservazione degli spazi pubblici destinati all’istruzione scolastica. In quanto alla Chiesa cattolica, le quote sono destinate al mantenimento del clero, ad esigenze di culto e interventi caritatevoli.
Il calcolo dell’otto per mille non avviene in base al singolo reddito bensì sulla media di ciò che deriva da tutti i cittadini. Ciascuno si trova, quindi, a versare lo stesso valore indipendentemente dall’ISEE e dall’Irpef pagata. Oltre il 50% dei contribuenti italiani non effettua alcuna scelta, mentre la maggior parte di chi sceglie devolve alla Chiesa Cattolica. Chi non esercita alcuna scelta, lascia che la propria quota venga spartita tra i vari beneficiari in base alle proporzioni derivate dalle scelte degli altri contribuenti. Guarda anche cos’è il cinque per mille.
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